IN PRIMA PERSONA |
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Il DDT Presenta "in prima persona" coordinamento nazionale per i diritti dei consumatori di droghe Il Coordinamento Nazionale Consumatori di Droghe "In Prima Persona" si costituisce per raccogliere e rispondere alle legittime istanze dei gruppi di interesse e di auto aiuto presenti sul territorio. Operando in difesa dei diritti umani, sociali, civili e costituzionali dei cittadini consumatori, esordisce producendo la presente "Carta dei Diritti" che è legittima espressione delle esperienze e del sapere accumulato dai soggetti interessati. La Carta intende sia sollecitare l’immediato rispetto dei diritti già sanciti dalle leggi vigenti e spesso disattesi, sia proporre cambiamenti nelle norme e nell’organizzazione dei servizi. Il Coordinamento, anche attraverso questa Carta vuole promuovere la collaborazione tra i gruppi di consumatori e il confronto con gli operatori. Chiediamo che venga al più presto approvata una normativa che renda legale a tutti gli effetti il consumo e la coltivazione della Cannabis e dei suoi derivati. Abrogazione delle sanzioni amministrative L’uso personale di SPA (Sostanze Psico Attive) non deve essere considerato reato, perché non lede alcun bene altrui. La detenzione per uso personale non deve essere sanzionata. Lo spaccio deve essere provato e non desunto. Il consumatore : soggetto e non oggetto nel rapporto coi servizi La dipendenza da SPA (Sostanze Psico Attive, Stupefacenti, Droghe) spesso ha bisogno di supporti farmacologici per superare la fase astinenziale o per migliorare la qualità della vita di chi consuma queste sostanze, è però il consumatore stesso che deve scegliere il momento e il tipo di cura a cui ricorrere. Crediamo sia fondamentale l’esistenza di progetti estremamente diversificati e personalizzati tra cui scegliere. Il servizio deve rispondere congruamente alle domande degli utenti (uscendo dall’ottica che vede come unico scopo progettuale significativo, la disintossicazione da tutte le droghe). Secondo quanto prevedono le leggi vigenti, anche nei confronti della dipendenza deve essere rispettata la libertà terapeutica sia per chi prescrive, che per chi fruisce della terapia. La prescrizione di una terapia o l’offerta di un sostegno psico-sociale non devono essere motivo di intrusione nelle scelte, le culture e gli stili di vita individuali. Appare, inoltre auspicabile una periodica valutazione dell’efficacia degli interventi attuati da parte di esperti esterni al Ser.T. Il Metadone altre informazioni le trovi QUI Essendo il metadone l’unico farmaco sostitutivo utilizzato in Italia, ciò fa sì che le norme che ne regolano la somministrazione siano un argomento da affrontare con particolare attenzione:
Tra le tante opzioni per la cura della tossicodipendenza, in Italia, grande spazio occupano oggi le comunità terapeutiche, ma perché queste possano esprimersi al meglio crediamo debbano sottostare a una qualche normativa che ne regoli il funzionamento. Inoltre la Comunità deve essere vista come una opzione fra tante e non l’unica soluzione alla tossicodipendenza. In alcune di queste strutture, vengono, spesso, disattesi i fondamentali diritti individuali, quale la libera scelta del trattamento, a volte con delle vere e proprie forme di sequestro di persona (ritiro dei passaporti o di documenti personali e di ogni oggetto proprietà), impedendo i rapporti sociali e la normale vita sessuale e affettiva tra coloro che vi risiedono. La comunità terapeutica deve avere l’obbligo di rendere pubblici e completamente trasparenti i programmi e le modalità di intervento che intende sviluppare. Il progetto terapeutico che si sottoscrive entrando in comunità deve essere estremamente chiaro. Il Ser.T deve farsi carico di dare una informazione completa e corretta sui vari percorsi terapeutici che in esse si svolgono. I contributi economici erogati dalle USL per pagare le rette non devono avere limiti regionali: perché ciò impedisce la libertà di scelta terapeutica. Crediamo anche che il lavoro prestato dalle persone tossicodipendenti debba essere regolamentato e sempre retribuito. Devono essere previste forme di sostegno per le persone che, finito il percorso comunitario, si ritrovano a doversi reinserire nella società e che poi sono invece abbandonati nel momento più delicato. Lavoro Chiediamo che siano abolite tutte le discriminazioni sui luoghi di lavoro a danno dei consumatori. In particolare le discriminazioni nell’accedere ai programmi di "pari opportunità" nell’inserimento lavorativo, poiché oggi solo chi dimostra (e spesso occorrono anni) di essere "EX" ha la possibilità di usufruirne. Tale accesso deve valere anche per le persone in terapia metadonica. Avere un’autonomia economica facilita un atteggiamento positivo e prepositivo, ovvero permette di diventare soggetto della propria esistenza. Famiglia Rendendoci conto che il diritto alla maternità e alla paternità è un problema complesso, crediamo che gli debba essere prestata maggior attenzione: spesso l’allontanamento dei figli dai genitori è determinato da un inefficace sistema di assistenza sociale. Adeguate, tempestive e mirate forme di sostegno potrebbero infatti, spesso prevenire e evitare l’intervento del Tribunale dei Minori, causando meno sofferenze ai figli e ai genitori stessi. Gruppi di auto-aiuto e gruppi di interesse Tra le varie opportunità pensiamo che grande risalto e sostegno (anche economico al pari di quanto avviene per strutture comunitarie o di altro tipo) debbano avere le iniziative di Auto-Aiuto e/o i gruppi di interesse per una maggiore comprensione delle tematiche connesse all’uso di droghe. E’ necessaria la valorizzazione dei saperi e delle esperienze dei consumatori, lo scambio tra questi e i saperi professionali. AIDS e SIEROPOSITIVITA’ altre informazioni le trovi QUI L’AIDS spesso viene considerata in subordine alla tossicodipendenza e qualora non venga risolta quest’ultima, anche la cura della malattia ne viene pregiudicata. E’ ormai, purtroppo, cosa comune vedere persone in gravi condizioni di salute, costrette a recarsi tutti i giorni, presso le varie strutture, per la loro dose di metadone. Chiediamo che sia garantito un supporto antidolorifico nei dosaggi idonei, tenendo conto del passato di tossicodipendenza, alle persone che per tipo di patologie ne hanno la più assoluta necessità. Anche qui va sottolineato il diritto all’anonimato e alla libera scelta sia nel sottoporsi al test per la ricerca degli anticorpi dell’HIV, sia nei confronti del trattamento terapeutico che si vuole intraprendere. La libertà terapeutica deve riguardare anche terapie complementari e medicine alternative. Consumatori in carcere altre informazioni le trovi QUI Attualmente il 50% dei detenuti è in carcere per violazioni delle leggi sulle droghe. Un diverso approccio al problema droga vedrebbe, senza alcun dubbio e in breve tempo, diminuire questo tipo di popolazione detenuta. Il detenuto è un cittadino che deve godere degli stessi diritti della popolazione non detenuta. Primo tra tutti la continuità terapeutica: se si sta seguendo un trattamento questo non può essere interrotto per il solo motivo di essere in prigione, questo deve valere anche per i programmi di mantenimento metadonico. Deve esistere un pronto intervento metadonico per le persone che appena arrestate si trovino in stato di astinenza. Inoltre, a fronte del comprovato consumo di droghe anche all’interno del carcere occorre prevedere l’utilizzo di mezzi di prevenzione e di riduzione del danno soprattutto per arginare le infezioni da HIV e le Epatiti. Ricordiamo che in alcuni Paesi Europei esistono programmi di distribuzione di siringhe sterili e preservativi all’interno dei carceri. Inoltre crediamo che debba essere rispettato il diritto al consenso informato riguardo al sottoporsi o meno al test per la ricerca degli anticorpi HIV. In carcere dove la stigmatizzazione è già pesante di per sé, il diritto all’anonimato deve essere ancora più salvaguardato che fuori, e quindi evitare ogni forma di discriminazione o segregazione nei confronti di persone con HIV o AIDS. Chiediamo che l’accesso a terapie metadoniche sia valido per la fruizione dei programmi di pena alternativi al carcere e che la recidiva all’uso di eroina non sia considerata prova della sottrazione al programma da parte di chi beneficia di questi istituti alternativi. Per quanto riguarda le persone con HIV e AIDS detenute; l’abrogazione di fatto della legge 222/93 ha nuovamente riempito le celle di persone in AIDS conclamato: ribadiamo il loro diritto a non morire dietro le sbarre secondo quel senso di "umanità" al quale la stessa Costituzione Italiana richiama tutti i cittadini. Deontologia dei media Chiediamo che i mezzi di informazione di massa adottino un linguaggio preciso, corretto, non stigmatizzante riguardo al problema e che smettano di fare confusione tra le sostanze stupefacenti, nutrendo l’immaginazione collettiva dell’opinione pubblica con false ideologie sui consumatori di droga e sulle deviazioni morali dei "drogati". Essi devono infine garantire l’anonimato di tutti coloro che per sventura e per leggi antiquate arrivano a fare notizia nella cronaca. "in prima persona"
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